È morto Giuseppe Frigo. Il lutto dell’Unione delle Camere Penali
Giuseppe Frigo ci ha lasciati. È morto ieri sera nella sua Brescia.
La storia pubblica dell’Avvocato Professore è quella del valentissimo professionista che ha massimamente onorato la toga del difensore, del Maestro di procedura penale che ha prodotto studi sapienti ed attivamente collaborato alla riforma del codice penale di rito accusatorio del 1988, del Giudice della Corte Costituzionale che per molti anni ha rappresentato una delle anime più sensibili in difesa dei principi fondanti del giusto processo.
Per noi però Giuseppe Frigo è stato prima di tutto lo strenuo militante dell’Unione delle Camere Penali Italiane della quale fu Presidente dal 1998 al 2002. Furono quelli gli anni della battaglia perché i principi del giusto processo fossero scolpiti nella Costituzione Repubblicana. Il nostro Paese deve a lui quella feconda intuizione alla quale un Legislatore attento, nella veste di Costituente, diede corso. Fu un percorso non semplice e non facile, un confronto tra anime culturali diverse che Giuseppe Frigo seppe condurre con la forza dell’argomentazione in nome dei principi fondanti del sistema accusatorio.
Il Parlamento lo elesse Giudice della Corte Costituzionale con larghissima e trasversale maggioranza, così a lui riconoscendo proprio quel ruolo. In tempi recenti la malattia lo ha tormentato, ma fino all’ultimo non ha fatto mancare affetto e sostegno alle battaglie dell’Unione.
La sua figura è esempio della nobiltà della toga ed esortazione all’impegno di tutti noi e delle generazioni future, che con orgoglio custodiremo nel nostro album di famiglia.
Roma, 8 dicembre 2019
La Giunta